Tecnologia non ancora utile per tutelare le donne vittime di violenza

La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne arriva quest’anno in un clima di tensione crescente e di acceso dibattito politico sull’efficacia delle misure di prevenzione, in particolare sull’uso del braccialetto elettronico. Nel solo 2024 sono state uccise 113 donne, un dato che evidenzia l’urgenza di superare tecnologie considerate ormai insufficienti e lente rispetto alla realtà dei fatti.

I fatti di cronaca mostrano sempre di più quanto la tecnologia non sia utile a tutelare le vittime: donna ferita a coltellate a Qualiano dall’uomo che sarebbe l’ex compagno della 35enne, in passato già denunciato per maltrattamenti e successivamente posto ai domiciliari con braccialetto elettronico

In questo contesto, Massimiliano Molese, imprenditore hi-tech e fondatore della non profit “EroiNormali”, lancia un appello chiaro: serve una rivoluzione tecnologica. Dopo aver studiato in modo approfondito le tecnologie attualmente utilizzate per proteggere le vittime, Molese propone una gara nazionale che coinvolga le eccellenze tecnologiche e accademiche italiane per sviluppare un nuovo sistema di prevenzione avanzato.

“Siamo al paradosso in cui la vittima deve partecipare attivamente alla sua stessa sicurezza, portando con sé un dispositivo che le segnala la presenza dello stalker. Pensate di essere voi quella donna: ricordarvi di caricarlo, controllarlo, viverlo. Chi sta davvero sperimentando una forma di limitazione e controllo?”, afferma Molese.

Secondo l’imprenditore, oggi le tecnologie e l’intelligenza artificiale permettono di fare molto di più e molto meglio: analizzare una quantità enorme di dati in tempi istantanei, simulare scenari e prevedere comportamenti potenzialmente pericolosi.

“È possibile georeferenziare lo stalker in modo stabile, garantendone la privacy ma consentendo alle forze dell’ordine di intervenire tempestivamente solo se necessario così da ottimizzare le, purtroppo, poche risorse in campo e il tempo di intervento per una prevenzione davvero efficace. Possiamo introdurre una tecnologia non collaborativa, che non richieda alcuna azione alla vittima, liberandola dall’onere psicologico e potenziando allo stesso tempo la capacità predittiva del sistema”, continua.

Secondo il fondatore di “EroiNormali”, la prevenzione di questi crimini oggi “non può essere lenta e relegata a tecnologia obsoleta, perché lo stesso crimine è alimentato e velocizzato dalla tecnologia”.

Con una gara, ha concluso Molese, sarebbe possibile rivoluzionare il sistema domani: “Abbiamo innumerevoli Università, innovation center e start up tecnologiche che potrebbero partecipare ad una gara nazionale per la creazione del nuovo progetto tecnologico di prevenzione per le vittime di violenza di genere che potrebbero arricchire la lettura dei dati restituiti da questi braccialetti con l’intelligenza artificiale, e supportare le forze dell’ordine e la giustizia per la costruzione di algoritmi predittivi. Il modus operandi di questi aggressori è spesso ricorrente: possiamo anticiparlo, non subirlo”.