Nel mese di maggio 2025, l’Amazzonia brasiliana ha visto un allarmante aumento della deforestazione: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la superficie abbattuta è cresciuta del 92%, raggiungendo quasi 1.000 chilometri quadrati di foresta persa in soli 31 giorni.
I dati emergono dai rilevamenti satellitari condotti dall’ente spaziale brasiliano, che monitora costantemente l’evoluzione del disboscamento nella più grande foresta pluviale del mondo. Secondo gli esperti, si tratta del secondo peggior dato per il mese di maggio dal 2016, segnalando una tendenza che rischia di vanificare gli sforzi compiuti negli ultimi anni per contenere i danni ambientali.
Le cause: incendi e stagione secca
Una delle principali spiegazioni di questo picco riguarda l’aumento degli incendi forestali, facilitati dal clima più secco e dalla fine della stagione delle piogge. Le immagini satellitari, ora più nitide, hanno permesso di individuare numerose aree colpite da roghi, spesso appiccati per liberare il terreno a scopi agricoli o di pascolo.
A differenza di altre regioni del mondo, gli incendi amazzonici tendono a svilupparsi a livello del suolo, colpendo lo strato inferiore della vegetazione senza necessariamente distruggere completamente le chiome degli alberi. Ciò rende più difficile valutare l’impatto immediato, ma non meno gravi le conseguenze a lungo termine.
Rischio per gli impegni climatici
L’aumento della deforestazione rappresenta una seria battuta d’arresto per il piano del governo brasiliano, guidato da Luiz Inácio Lula da Silva, che ha promesso di eliminare del tutto il disboscamento illegale entro il 2030. Negli ultimi dieci mesi, la media di superficie disboscata è risultata superiore di quasi il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Pressioni internazionali e prossimi appuntamenti
L’attenzione internazionale è alta, soprattutto in vista del prossimo vertice ONU sul clima, previsto per novembre 2025 proprio a Belém, nel cuore dell’Amazzonia. Il Brasile intende presentarsi con proposte concrete, come un fondo globale a lungo termine per la tutela delle foreste tropicali, con incentivi per i paesi che riescono a conservare e ripristinare vaste aree verdi.
Ma senza un’inversione di rotta nei prossimi mesi, il paese rischia di arrivare all’appuntamento con risultati ambientali insoddisfacenti, mettendo in discussione la propria credibilità sul piano climatico.