La Grande Barriera Corallina australiana ha subito il peggior calo di copertura corallina mai registrato in due delle sue tre regioni principali. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’Australian Institute of Marine Sciences (Aims), citato dall’emittente pubblica ABC (Australian Broadcasting Corporation).
Il massiccio evento di sbiancamento dei coralli avvenuto nel 2024 ha avuto conseguenze devastanti: secondo lo studio, nel 2025 si è verificato “il più grande declino annuale” delle aree settentrionali e meridionali della barriera da quando, 39 anni fa, è iniziato il monitoraggio. In alcune zone, la copertura di corallo è diminuita tra un quarto e un terzo, interrompendo una fase pluriennale di crescita costante.
Un calo, spiegano i ricercatori, in gran parte attribuibile allo stress termico provocato dai cambiamenti climatici, ulteriormente aggravato dagli effetti di cicloni, inondazioni e dalle infestazioni della stella marina ‘corona di spine’, una specie predatrice dei coralli.
“Stiamo assistendo a una maggiore volatilità nei livelli di copertura di corallo duro”, ha dichiarato Mike Emslie, responsabile del Programma di monitoraggio a lungo termine dell’Aims. “Questo è un fenomeno emerso negli ultimi 15 anni e indica un ecosistema sotto stress”.
La Grande Barriera Corallina, il più grande ecosistema vivente del pianeta, si estende per circa 2.400 chilometri al largo della costa del Queensland, nell’oceano Pacifico. Dal 2016 a oggi ha affrontato cinque estati di sbiancamento di massa, che hanno reso bianche vaste porzioni della struttura a causa delle temperature elevate dell’acqua.