La Costituzione italiana si prepara ad accogliere un cambiamento simbolico e sostanziale: l’inserimento esplicito della parola «disabilità» all’articolo 3 e la sostituzione del termine «minorati» con «persone con disabilità» all’articolo 38. È questo l’obiettivo del disegno di legge presentato dal senatore Antonio Guidi oggi incardinato in commissione Affari costituzionali del Senato.
Il ddl, sostenuto da esponenti di tutte le forze politiche, nasce con una visione ampia e moderna della disabilità: non più una mera condizione individuale o sanitaria, ma un elemento relazionale, influenzato dal contesto sociale, culturale e ambientale. «La disabilità non è un limite individuale – dichiara l’ex ministro alla Famiglia – ma una condizione relazionale che chiede risposte politiche, culturali e sociali adeguate. E da oggi lo facciamo con più forza».
Disabilità in Costituzione, i riferimenti: Convenzione ONU, Strategia europea, Carta di Solfagnano
Il provvedimento si inserisce nel solco delle principali direttive internazionali, come la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009, e la Strategia europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030. Rientra anche nel quadro dei principi sanciti dalla Carta di Solfagnano, firmata ad Assisi e Solfagnano nell’ottobre 2024 durante il primo G7 dedicato all’inclusione e alla disabilità.
«La Costituzione deve parlare a tutti e per tutti», aggiunge Guidi, sottolineando come questa modifica rappresenti «un atto di giustizia sociale e di evoluzione del nostro sistema democratico».
Dalla visione medicale all’inclusione come diritto
Negli ultimi decenni, il concetto stesso di disabilità ha subito una trasformazione profonda: da visione medicalizzata e assistenziale, si è passati a una lettura inclusiva e diritti-centrica. La disabilità viene oggi intesa come una realtà che richiede interventi di sistema, superamento delle barriere fisiche e mentali e pieno accesso alle opportunità di vita.
Inserire questo nuovo paradigma nella Costituzione significa consolidare un cambiamento culturale già in atto e dare una base giuridica forte a politiche inclusive, anche in ambito lavorativo, scolastico, sociale e culturale.
Disabilità in Costituzione, un segnale di «maturità»
Come sottolinea il senatore Guidi, figura storica del mondo della disabilità in Italia, «questo disegno di legge può costituire un traguardo che celebra la maturità di una società e di una Nazione che sa osservare, trasformare e superare i pregiudizi».
L’obiettivo è ambizioso, ma necessario: trasformare la Carta fondamentale della Repubblica in un manifesto autentico di uguaglianza e dignità, che non lasci nessuno indietro. L’avvio dell’iter parlamentare rappresenta un primo, importante passo verso una Costituzione più inclusiva, capace di riflettere le trasformazioni della società contemporanea.