Bova, Ceretti e il solito Corona: l’eterna telenovela del cuore tradito (e del cellulare violato). La Procura indaga per estorsione

La scena è sempre la stessa. Lui – bello, malinconico, vagamente stanco – manda un messaggio zuccheroso a una ragazza più giovane. Lei lo riceve, lo riascolta, forse lo gira a qualcun altro. Qualcun altro lo fa arrivare a Fabrizio Corona, e da lì il resto è storia. O meglio: cronaca giudiziaria.

Perché la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per tentata estorsione, ricettazione e violazione della privacy. E per una volta, nel solito copione di corna e vocali, non si ride soltanto. Si indaga.

Tutto nasce da un vocale in cui Raoul Bova – 52 anni, due ex famiglie, mille ex ruoli – augura una buona giornata a Martina Ceretti, modella e influencer con un passato filosofico e uno scroll infinito di foto su Instagram. Il tono è quello da boomer innamorato al risveglio: “Buongiorno essere speciale dal sorriso meraviglioso, dagli occhi spaccanti e dai baci meravigliosi”. Talmente zuccheroso che provoca carie solo a leggerlo. Ma anche talmente privato che non doveva uscire da un cellulare.

E invece eccolo là, nel podcast “Falsissimo” – nome rivelatorio – diffuso da Corona, che si è subito impossessato dell’audio come fosse un trofeo di guerra.

Che Fabrizio Corona sia sempre “sul pezzo”, pronto a tradire qualsiasi confidenza per quattro spicci, si sa. Ex fotografo che non ha mai venduto uno scatto, ma ha costruito una carriera rubando vite altrui, oggi si traveste da conduttore di podcast e continua a spacciare scoop come se fossero sigarette nel cortile di un carcere, mischiando vero e falso in dosi precise.

In passato è già stato condannato per estorsione a danni di calciatori e attrici, ma non pare aver imparato la lezione. E anche stavolta, l’odore del reato è nell’aria: la Procura vuole capire chi ha passato quel messaggio a Corona, se c’era dietro una richiesta economica (come sospettano gli inquirenti), e soprattutto se si tratta di una violazione consapevole della privacy, cioè di ricettazione.

Il tutto parte da un sms arrivato a Bova da un numero sconosciuto, pochi giorni prima che il vocale diventasse di dominio pubblico. Un messaggio allusivo, niente richiesta esplicita di soldi, ma un sottinteso abbastanza chiaro: “o paghi o pubblichiamo”. Lui, a quanto pare, ha fatto la cosa giusta: nessuna risposta, nessuna trattativa. Ma la macchina si era già messa in moto.

Il numero da cui è partito l’SMS risulta intestato a un prestanome. La polizia postale, coordinata dalla pm Eliana Dolce, sta cercando di risalire a chi lo ha usato davvero. Un lavoro da segugi digitali, mentre fuori la stampa e i social trasformano il caso in il più grande meme dell’estate.

Martina Ceretti, dal canto suo, è il personaggio perfetto per questo pasticcio estivo: bella, giovane, colta quanto basta, un po’ di storiella vip con De Martino nel passato, un po’ di amore calciatore con Sandro Tonali nel cassetto, ora si ritrova nei vocali di Bova e nei piani di Corona. Lei dice di non aver dato nulla a nessuno, ma ammette che qualcuno vicino a lei lo ha fatto. E che quel qualcuno “è un bravissimo ragazzo, sano”. Che carino. Peccato che, se confermato, quel bravissimo ragazzo sano abbia appena commesso un reato penale.

E poi c’è lei, Rocío Muñoz Morales, attrice e madre, che in silenzio assiste all’ennesimo replay di un film che aveva già visto: quello del tradimento gentile, del “non era niente”, del “non ero più felice”. Peccato che questa volta non ci sia più Chiara Giordano a guardare da lontano: il triangolo si è chiuso su se stesso. La difesa di Bova ha provato a dire che la coppia era “già separata”. Ma l’avvocato di Rocío ha smentito tutto, specificando che vivevano ancora insieme.

Dunque il messaggio non è solo mieloso. È dannatamente fuori tempo massimo. E pure fuori dal matrimonio.

Alla fine resta l’impressione che in questa telenovela d’estate tutti abbiano già recitato il proprio ruolo. Bova, quello dell’eterno incauto sentimentale; Martina, la musa che spacca; Corona, il giullare con precedenti penali; Rocío, la compagna tradita e cancellata in un clic. Ma stavolta c’è un attore in più sul set: la giustizia penale, che – Corona che si è fatto otto anni di carcere dovrebbe saperlo – non scherza.

La vera domanda non è se Raoul tornerà da Rocío o se Corona troverà un altro leak. La domanda è se l’Italia riuscirà mai a liberarsi da questa dipendenza da corna, vocali e pettegolezzi tossici travestiti da informazione.

Nel frattempo, un consiglio agli aspiranti latin lover con WhatsApp facile: i vocali non si lasciano. Mai. Neanche per amore. Neanche “essere speciale”. Perché tra un sorriso meraviglioso e un telefono rubato, il passo è sempre più breve di quanto crediate.