Caro-spiagge, prezzi su del 2,3% e in Versilia tende a 1.500 euro al giorno: così anche il mare diventa un lusso

Stessa spiaggia, stesso mare. Ma ogni anno, stesso salasso. Il rincaro dei prezzi balneari è ormai una certezza dell’estate italiana, e nel 2025 non fa eccezione. Lo confermano i dati raccolti da Federconsumatori insieme alla Fondazione Isscon, secondo cui i servizi da spiaggia costano in media il 2,3% in più rispetto all’anno scorso. E mentre i redditi restano fermi, il relax sotto l’ombrellone si trasforma, sempre più spesso, in un lusso per pochi.

L’aumento più sensibile riguarda l’abbonamento giornaliero: +6% rispetto al 2024. Affittare per un giorno un ombrellone con lettino e sdraio costa ora, in media, 35,74 euro, contro i 33,69 dell’anno precedente. Una cifra che sale vertiginosamente nei lidi più esclusivi: in Versilia, al Twiga di Marina di Pietrasanta, una “tenda imperiale” arriva a costare fino a 1.500 euro al giorno, anche se pensata per ospitare fino a dieci persone.

Non va molto meglio per chi decide di fermarsi più a lungo. L’abbonamento mensile sale a 773,62 euro, con un aumento del 3% rispetto ai 750,61 del 2024. Salgono anche i prezzi per i servizi extra: canoe, sup e pedalò passano da 11,33 a 11,58 euro (+2%), mentre chi vuole la vasca idromassaggio deve sborsare quasi 15 euro (+10%). E se volete la tenda privata, preparatevi a pagare circa 35,50 euro (+11%).

L’unico dato in controtendenza è quello delle aree attrezzate per animali: -2%, da 24 a 22,90 euro. Un piccolo sollievo per chi si muove con il cane al seguito. Stabili invece – a sorpresa – gli abbonamenti stagionali più lunghi, che restano intorno ai 2.098 euro per l’intera estate, con variazioni minime.

Ma a pesare sul portafoglio degli italiani è anche la geografia. La Sicilia registra l’aumento percentuale più alto: +6%, sebbene i suoi costi restino mediamente più contenuti rispetto a regioni come Emilia-Romagna, Veneto, Abruzzo, Basilicata e Liguria, tutte attestate su un incremento del 3%. In Sardegna, l’aumento è del 4%, mentre la Toscana si conferma regina del lusso: oltre al Twiga, anche altri stabilimenti dell’area versiliese hanno listini che superano tranquillamente i 100 euro al giorno.

In questo contesto di rincari, non stupisce che molti italiani cerchino nuove formule per risparmiare, o quantomeno per contenere i costi. A suggerirle è ancora una volta Federconsumatori, che segnala il ritorno in auge delle formule “mezza giornata” o “happy hour”: accessi a tariffa ridotta solo per il mattino o il pomeriggio, con risparmi anche del 50%. Un ombrellone, insomma, ma solo dalle 14 in poi.

C’è poi l’opzione dei pacchetti all inclusive: spiaggia, pranzo, drink e uso di canoe o sup in un’unica soluzione, con prezzi variabili tra i 35 e i 50 euro. La cifra dipende da variabili come il giorno della settimana, la fila dell’ombrellone (più ci si avvicina al mare, più si paga), e ovviamente il tipo di menu incluso.

La tecnologia, infine, corre in aiuto dei bagnanti digitali: sono sempre di più le app che permettono di condividere il proprio ombrellone nelle ore in cui non lo si utilizza. Un modo furbo per ammortizzare la spesa, vendendo a prezzo ridotto le ore “vuote” a chi vuole risparmiare.

Ma resta il problema di fondo: il mare, in Italia, costa sempre di più. Un dato che non può essere ignorato, specie in un’estate segnata da un’inflazione che morde ancora e da milioni di famiglie che già fanno fatica ad arrivare a fine mese. Secondo uno studio recente, sono 8,4 milioni gli italiani che quest’anno rinunceranno alle vacanze. E il caro-spiagge non farà che aumentare quel numero.

Per ora, chi può permetterselo sceglie il mare in settimana e spera nel tempo. Chi non può, guarda le previsioni dal balcone. In attesa di tempi – e lidi – più accessibili.