Milleproroghe, stop and go: la discussione in Senato

Aula del Senato

Il Milleproroghe sembra destinato a essere una partita difficile e senza fine, con il rischio di ulteriori rinvii e contenziosi. Le trattative sono in stallo, e la principale ragione di tensione riguarda un emendamento che prevede la riammissione dei decaduti dalla rottamazione-quater e il differimento dei tempi per l’adesione al concordato preventivo biennale. Nonostante l’apertura della maggioranza su una possibile riformulazione, le posizioni sulla rottamazione rimangono distanti, creando un ulteriore blocco.

Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, pur dichiarandosi favorevole alla rottamazione, ha sottolineato come la “priorità” resti l’abbassamento dell’Irpef dal 35 al 33% e l’allargamento della soglia fino a 60mila euro. Intanto, il leader della Lega, Matteo Salvini, ha confermato che il partito è pronto a formalizzare una proposta dettagliata, come previsto dal programma elettorale. Tuttavia, l’opposizione non ha intenzione di cedere, mantenendo una linea dura sul Milleproroghe e sulle proposte non accolte, come quelle riguardanti liste d’attesa, carenza di personale medico e disabilità.

Secondo il Sole 24 Ore, il valore del fisco non riscosso a fine 2024 sarà di 1.275 miliardi di euro, che si traduce in 21.611 euro per ogni italiano, inclusi neonati. Le regioni in testa a questa classifica sono Lazio, Campania e Lombardia.

A Palazzo Madama, i lavori sul Milleproroghe sono iniziati poco prima di pranzo, ma la discussione ha subito incontrato difficoltà. Le opposizioni hanno fatto muro, chiedendo la rimozione dell’emendamento contestato, mentre la maggioranza ha continuato a lavorare su possibili mediazioni. La situazione è stata ulteriormente complicata dalla presenza del Ministro Ciriani, che ha fatto slittare l’inizio della discussione. I lavori si sono poi prolungati oltre la scadenza prevista, con una nuova riunione informale tra la maggioranza e le opposizioni che ha portato a un nulla di fatto.

La scadenza del 25 febbraio incombe, quando il Milleproroghe dovrà essere approvato da entrambe le Camere. Tuttavia, non si esclude che il via alle votazioni subisca ulteriori slittamenti, con la possibilità di un nuovo rinvio alla mattina successiva.