L’estate porta con sé il richiamo irresistibile degli sconti. Da sabato 5 luglio, con la sola eccezione della provincia autonoma di Bolzano che partirà il 16, scattano ufficialmente i saldi estivi 2025. Una stagione attesa tanto dai consumatori quanto dai commercianti, che sperano di risollevare i conti di un primo semestre fiacco. Ma con gli sconti tornano puntuali anche i tranelli: promozioni fasulle, prezzi gonfiati, cartellini ambigui e trappole digitali. A lanciare l’allarme sono diverse associazioni dei consumatori, in particolare il Movimento Difesa del Cittadino, che invita tutti a fare attenzione e a non lasciarsi sedurre da sconti esagerati o da offerte troppo convenienti per essere vere.
Secondo l’ufficio studi di Confcommercio, ogni famiglia spenderà in media 203 euro per gli acquisti in saldo, con un valore complessivo stimato in circa 3,3 miliardi. Un segnale di fiducia, certo, ma anche una conferma della cautela con cui gli italiani affrontano le spese: i rincari generalizzati hanno ridotto la capacità di spesa e spinto molti a rimandare gli acquisti in attesa di occasioni migliori. E i saldi rappresentano per molti l’unico momento dell’anno in cui concedersi un piccolo lusso senza sensi di colpa. Il 57% degli intervistati da Confcommercio Roma, ad esempio, dichiara di attendere proprio luglio per fare acquisti mirati, magari dopo averli “puntati” nei mesi precedenti.
Il canale preferito resta ancora il negozio fisico, scelto da oltre il 58% dei consumatori. Ma cresce anche la quota di chi si rivolge all’online: circa il 42% farà almeno un acquisto sul web. Ed è proprio su internet che si nascondono i pericoli maggiori. Siti clone, mancanza di partita Iva, foto ingannevoli e venditori improvvisati sono le insidie principali da cui guardarsi. Non basta una grafica accattivante o un prezzo stracciato per garantirsi un affare. Meglio sempre controllare che il sito sia registrato, che ci siano riferimenti verificabili e che le condizioni di vendita – compreso il diritto di recesso – siano chiare e trasparenti.
Il diritto al ripensamento, lo ricordano le associazioni, vale per 14 giorni dalla ricezione del prodotto. In caso di difetti o mancate conformità, il venditore è obbligato a riparare, sostituire o – se impossibile – rimborsare quanto pagato. Questo vale anche per i saldi: la legge non fa differenze tra merce scontata e a prezzo pieno, e i diritti dei consumatori restano invariati. Un altro aspetto da tenere d’occhio è la correttezza dell’etichettatura: il prezzo originario, quello scontato e la percentuale di sconto devono sempre essere ben visibili. Diffidare dei negozi che espongono solo la cifra finale, o che indicano generici “fino al 70%” senza dettagliare sconti veri articolo per articolo.
C’è poi la questione dei metodi di pagamento. Il pos è obbligatorio per legge e nessun esercente può rifiutare la carta, a prescindere dall’importo. Un rifiuto può essere segnalato e sanzionato. In tempi in cui la tracciabilità è un presidio di trasparenza, è importante che i cittadini si sentano tutelati anche su questo fronte.
Oltre ai capi d’abbigliamento, tra gli articoli più gettonati ci sono accessori, scarpe, prodotti per la casa e piccoli elettrodomestici. L’importante è acquistare con criterio, puntando su ciò che serve davvero e non farsi trascinare dall’entusiasmo del momento. Il vero risparmio, come sempre, non è comprare tanto a poco, ma comprare bene. Meglio ancora se ci si arriva preparati, magari con un budget già fissato e qualche prezzo appuntato in anticipo. I veri affari non sono quelli più rumorosi, ma quelli che durano nel tempo.
I saldi estivi, in fondo, sono come un test: misurano la resistenza dei nostri portafogli, ma anche quella del nostro buon senso. Sta a ciascuno di noi decidere se uscire vincitori o ritrovarsi, ancora una volta, con un sacchetto pieno di illusioni.