Estate, sinonimo di vacanze? Non più. O almeno non per tutti. Per oltre otto milioni di italiani quest’anno l’estate sarà sinonimo di rinuncia, con le valigie lasciate nell’armadio e la voglia di partire frenata soprattutto da un nemico sempre più invadente: il carovita. A rivelarlo è un’indagine commissionata da Facile.it a Emg Different, su un campione di oltre 1.500 maggiorenni rappresentativi della popolazione nazionale, i cui risultati fotografano un Paese spaccato tra chi può permettersi una vacanza e chi, pur desiderandola, è costretto a restare a casa.
Secondo lo studio, sono 8,4 milioni gli italiani che nel 2025 rinunceranno a partire. Di questi, quasi 6 milioni – pari al 69% – lo faranno per motivi economici, schiacciati da prezzi in crescita e stipendi che faticano a tenere il passo. Una percentuale altissima, che testimonia quanto l’aumento dei costi abbia colpito le abitudini e i desideri di milioni di famiglie.
Chi ha fatto i conti con il portafogli, sa bene che anche una vacanza breve può rivelarsi un lusso. Secondo l’indagine, i soli costi relativi a trasporto e alloggio si attestano in media a 918 euro a persona. Aggiungendo cibo, spese extra, attività e svaghi, la cifra lievita in fretta: una famiglia media con due figli rischia di superare i 3.000 euro per appena una settimana di ferie. Risultato? Si resta a casa.
Per molti non è stata una scelta, ma una necessità. Il 48% di chi ha deciso di non partire ha spiegato di non essere riuscito a risparmiare a sufficienza a causa dell’aumento del costo della vita. In altre parole: bollette, mutui, spesa, carburante e imprevisti hanno inghiottito il budget vacanze. Un ulteriore 20% ha invece dichiarato che i prezzi di viaggi e soggiorni sono diventati troppo alti, semplicemente fuori portata.
Il carovoli, i rincari dei traghetti e persino i pedaggi autostradali – in aumento da agosto – non hanno fatto che peggiorare le cose. Lo dimostra anche un altro studio condotto sempre da Facile.it in collaborazione con Consumerismo No Profit, che ha messo nero su bianco la corsa dei prezzi nel comparto turismo.
Ancora più preoccupante, però, è la percentuale di chi si è trovato costretto a rinunciare per un imprevisto economico, spesso legato al lavoro. Parliamo di 1,5 milioni di persone, un 25% del totale. È il caso, ad esempio, di chi ha subito una perdita di reddito, ha perso l’impiego o ha dovuto sostenere spese impreviste, magari mediche o familiari. Ferie cancellate all’ultimo, con tutto il carico emotivo che ne consegue.
In questo contesto, la vacanza diventa un lusso a cui si può rinunciare, nonostante la necessità di staccare, ricaricare le energie e vivere momenti di svago. Il diritto al riposo rischia di trasformarsi in un privilegio per pochi.
C’è poi un altro 31% dei non partenti – circa 2,4 milioni di persone – che non parte non per motivi economici, ma per scelte o esigenze personali. Alcuni hanno deciso di godersi le ferie in un altro periodo dell’anno, magari per evitare il caldo o approfittare di offerte fuori stagione. Altri resteranno a casa per occuparsi di animali domestici o familiari anziani, impegni che impediscono di allontanarsi per lunghi periodi.
Motivazioni diverse, ma che evidenziano una tendenza ormai consolidata: il calo strutturale delle partenze estive, sempre più influenzato da dinamiche economiche e sociali.
Eppure, non tutti si arrendono. Per chi non vuole rinunciare al mare o alla montagna, anche a costo di indebitarsi, la strada dei finanziamenti resta aperta. Secondo i dati raccolti nei primi cinque mesi del 2025, banche e istituti finanziari hanno erogato circa 220 milioni di euro in prestiti finalizzati esclusivamente a viaggi e vacanze.
L’importo medio concesso si aggira intorno ai 5.500 euro, e i beneficiari sono oltre 40 mila italiani. Numeri che raccontano di un trend crescente: pur di partire, si accende un prestito. E se da un lato questa scelta consente di realizzare un desiderio, dall’altro rischia di pesare su bilanci familiari già precari.
Gli esperti di Facile.it, tuttavia, invitano alla cautela, ma non demonizzano lo strumento: «Pianificare per tempo le vacanze ricorrendo, se necessario, a un finanziamento, può essere un modo corretto di gestire il proprio budget familiare senza doversi trovare in difficoltà per spese improvvise», spiegano.
«Negli ultimi anni – proseguono – gli italiani hanno sviluppato un rapporto più maturo verso il credito al consumo, ormai visto come una forma di programmazione economica, non come un pericolo. Importante però – avvertono – utilizzare solo canali ufficiali e affidabili, evitando trappole e soluzioni troppo facili».
Il quadro che emerge è chiaro: per molti italiani il diritto alle vacanze è diventato un lusso. Il problema non è solo il costo della vacanza in sé, ma un contesto economico che assorbe ogni risorsa disponibile, comprimendo le possibilità di svago e riposo.
In un’estate segnata da rincari e tensioni economiche, restare a casa sarà una scelta obbligata per milioni di cittadini, spesso con la frustrazione di chi non può permettersi nemmeno una pausa. E il rischio è che questo trend non sia passeggero, ma sintomo di un’Italia in cui anche il relax comincia ad avere un prezzo che non tutti possono pagare