Potrebbe avere finalmente un nome la donna trovata morta lo scorso 7 giugno a Villa Pamphilj, a circa 200 metri di distanza dal corpicino senza vita della figlia di appena sei mesi. Secondo quanto emerso dalle indagini, si tratterebbe di Anastasia, una cittadina russa di 30 anni.
L’identificazione sarebbe stata possibile grazie alle verifiche svolte dagli inquirenti italiani durante una trasferta a Malta, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Roma, che ha già portato al fermo di Francis Kaufmann, eseguito in Grecia.
Nel frattempo, un’importante testimonianza è arrivata anche dalla trasmissione “Chi l’ha visto?”, che ha raccolto il racconto di una donna, contattata grazie alla segnalazione di una telespettatrice, la quale sostiene di essere la madre della vittima.
“È mia figlia”, ha detto la donna, visibilmente commossa, al programma di Rai 3. Ha raccontato che Anastasia era partita per Malta per studiare inglese, dove aveva conosciuto un uomo, Rexal Ford, con cui aveva iniziato una relazione.
L’ultimo contatto tra madre e figlia risale al 27 maggio, tramite una videochiamata. Durante la conversazione, era presente anche l’uomo, che si era mostrato affettuoso e rassicurante: “Si diceva una brava persona e diceva di voler mettere su famiglia”, ha riferito la madre.
Il 2 giugno, Anastasia avrebbe inviato una mail in cui confidava di avere problemi con il compagno, ma di essere comunque intenzionata a cercare una soluzione.
La bambina si chiamava Andromeda, ma in seguito sarebbe stata chiamata anche Lucia. “Dov’è ora quest’uomo?”, ha domandato la madre nel corso della trasmissione, mostrando alcune foto dell’uomo con la piccola in braccio e fornendo anche un elemento utile all’identificazione della figlia: un tatuaggio sul piede, combaciante con quello descritto dagli inquirenti.
L’inchiesta prosegue, mentre si attendono conferme ufficiali e ulteriori sviluppi sul fermo di Rexal Ford – conosciuto anche come Francis Kaufmann e sul ruolo che potrebbe aver avuto nella tragedia.