Castel Gandolfo, la prima messa “green” con Papa Leone XIV

Papa Leone- messa “green” a Castel Gandolfo

Nel cuore verde di Castel Gandolfo, tra le colline dei Castelli Romani, Papa Leone XIV ha celebrato la prima messa “green” scegliendo come cornice il Borgo Laudato Si’, voluto da Papa Francesco per essere un “laboratorio” nel quale vivere quell’armonia con il creato. Un momento spirituale e simbolico insieme, che ha unito liturgia, ecologia e preghiera per la pace.

“Dobbiamo pregare per la conversione di tante persone, dentro e fuori della Chiesa, che ancora non riconoscono l’urgenza di curare la casa comune”, ha detto il Papa parlando a braccio, probabilmente ancora scosso per le recenti alluvioni che hanno colpito il Texas, a cui aveva già rivolto parole di cordoglio durante l’Angelus di domenica scorsa. “Tanti disastri naturali sono in parte causati anche dagli eccessi dell’essere umano: è un mondo che brucia, sia per il surriscaldamento terrestre sia per i conflitti armati”.

L’altare era stato allestito ai piedi della statua della Madonna, accanto allo stagno zampillante che domina il borgo ecologico. Intorno al Pontefice, una cinquantina di persone: dipendenti delle Ville Pontificie, alcuni vescovi e ospiti scelti. La liturgia si è svolta con un nuovo formulario di preghiere pensato per ringraziare Dio Creatore e per invocare la “cura del Suo dono”.

Il nuovo formulario era stato presentato ufficialmente in Sala Stampa vaticana appena una settimana fa, ma è stato Papa Leone XIV – durante il suo soggiorno “di riposo” a Castel Gandolfo – a voler essere il primo a celebrarlo pubblicamente. Un gesto che assume un valore fortemente simbolico, nel solco di una Chiesa sempre più consapevole del proprio ruolo nella crisi ambientale.

Borgo Laudato Si’

“La nostra missione di custodire il creato, di portarvi pace e riconciliazione, è la sua stessa missione: la missione che il Signore ci ha affidato – ha detto il Pontefice durante l’omelia –. Noi ascoltiamo il grido della terra, noi ascoltiamo il grido dei poveri, perché questo grido è giunto al cuore di Dio. La nostra indignazione è la sua indignazione, il nostro lavoro è il suo lavoro”.

In un clima intimo e contemplativo, Papa Leone ha poi citato San Francesco d’Assisi, “che chiama le creature fratello, sorella, madre”, spiegando che “solo uno sguardo contemplativo può cambiare la nostra relazione con le cose create e farci uscire dalla crisi ecologica che ha come causa la rottura delle relazioni con Dio, con il prossimo e con la terra, a motivo del peccato”.

Non è mancato un pensiero per Papa Francesco, ispiratore del Borgo Laudato Si’: “Il Borgo Laudato Si’, nel quale ci troviamo, vuole essere, per intuizione di Papa Francesco, un ‘laboratorio’ nel quale vivere quell’armonia con il creato che è per noi guarigione e riconciliazione, elaborando modalità nuove ed efficaci di custodire la natura a noi affidata. A voi, che vi dedicate con impegno a realizzare questo progetto, assicuro perciò la mia preghiera e il mio incoraggiamento”.

Infine, l’omelia si è chiusa con una riflessione mistica, in perfetta sintonia con il luogo e il momento: “O Signore, le tue opere ti lodano affinché ti amiamo, e noi ti amiamo affinché ti lodino le tue opere”, ha detto il Papa citando sant’Agostino, e poi ha concluso: “Sia questa l’armonia che diffondiamo nel mondo”. Un invito alla Chiesa tutta a riconoscere nella cura del creato una forma di lode e un’urgenza spirituale del nostro tempo.