Pisa, la sfida della Serie A: il racconto del Delegato alla Gestione Evento, Roberta Castellini dell’Andes

Quando, al termine della scorsa stagione, è arrivata la certezza matematica della promozione in Serie A, l’emozione ha travolto tutti: squadra, città e staff. Per me, Delegato alla Gestione Evento del Pisa Sporting Club, quel traguardo non ha rappresentato un punto d’arrivo, ma l’inizio di una nuova e complessa sfida professionale.

Il salto dalla Serie B alla massima categoria non è stato soltanto un avanzamento sportivo, ma una trasformazione profonda dell’intero sistema organizzativo, perché se le normative e le responsabilità restano in gran parte le stesse, cambiano il ritmo, la pressione e, soprattutto, le aspettative. In Serie A, ogni dettaglio può fare la differenza.

Fin dalla pubblicazione del nuovo calendario è apparso chiaro che la gestione di una gara avrebbe richiesto standard più elevati e un coordinamento più articolato. I modelli imposti dalla Lega Serie A sono più stringenti, la collaborazione tra le varie componenti più complessa e la tensione, inutile negarlo, quotidiana. Particolarmente impegnativo è stato il fronte “media”: collaborare con broadcaster nazionali impone un livello di accuratezza che non ammette errori.

In uno stadio dalle dimensioni contenute come la “Cetilar Arena”, conciliare le diverse esigenze operative e logistiche non è certo semplice. A tutto questo si è aggiunto un ulteriore elemento di complessità: i lavori di adeguamento strutturale e tecnologico resi necessari dalla promozione. Nuovi spogliatoi, nuove aree stampa, sistemi audio per le comunicazioni arbitrali post-VAR più avanzati e una maggiore visibilità per gli sponsor con una gestione più complessa delle richieste di marketing.

Purtroppo, per scelta societaria, non mi è stato possibile seguire lo sviluppo del progetto di ristrutturazione fin dall’inizio: le tavole di riferimento mi sono state presentate solo una settimana prima della prima partita casalinga contro la Roma. Praticamente non c’è stato margine per modifiche o correzioni sostanziali. Ho dovuto fare affidamento su quello che avevo, analizzando i vari dettagli e adattando sul campo soluzioni che non sempre erano adatte alle esigenze operative della gestione evento. Molti aspetti, perfetti sulla carta, si sono rivelati poco pratici e ho dovuto trovare rapidamente compromessi per far funzionare tutto.

Per gestire questa complessità, ho dovuto ampliare le mie competenze tecniche, normative e organizzative mediando peraltro tra esigenze e “linguaggi” molto diversi. È stato necessario tradurre vincoli tecnici in decisioni chiare e comprensibili per i vari soggetti direttamente o indirettamente coinvolti nella gestione dell’evento: direzione societaria, questura, fornitori e colleghi interni. A ciascuno ho dovuto spiegare quali soluzioni rispondessero meglio alle rispettive priorità, garantendo al contempo sicurezza, efficienza operativa e coerenza dell’intero progetto.

Parallelamente, gli adempimenti pre-campionato, l’aggiornamento e la presentazione del Piano di Mantenimento delle Condizioni di Sicurezza, la predisposizione dei nuovi PGE, elaborati sotto fortissima pressione, perché i lavori ci hanno accompagnato fino al giorno della prima gara e con loro la commissione di vigilanza con le immancabili prescrizioni da eseguire.

Anche la gestione dei tifosi ha richiesto una revisione approfondita delle procedure operative. La promozione ha riacceso l’entusiasmo in tutta la città, e se è vero che al Pisa non sia mai mancato il supporto dei tifosi, la serie A ha comportato anche tanti nuovi sostenitori, non sempre abituati alle dinamiche dell’impianto e che hanno reso necessario rivedere flussi e accessi, potenziare la segnaletica, aggiornare i sistemi informatici dei tornelli e riqualificare l’impianto di videosorveglianza. Un lavoro complesso, ma fondamentale per garantire sicurezza e accoglienza.

Non meno impegnativa è stata, e continua a essere, la gestione degli ospiti. Ospiti talvolta difficili, che hanno richiesto controlli di sicurezza potenziati, flussi ridisegnati, continue riunioni con le autorità competenti e un costante dialogo con gli SLO e con i colleghi delle squadre avversarie. In conclusione, questa esperienza mi ha confermato quanto la professionalità nasca dalla capacità di adattarsi, collaborare e trovare soluzioni anche nelle situazioni più complesse e quanto, il ruolo del DGE sia cruciale nel trasformare vincoli e criticità in eventi sicuri e funzionanti. Il Pisa è tornato tra i grandi: la sfida, ora, è restarci, anche fuori dal campo.