«Il 6 giugno segna il ventesimo anniversario dei decreti che hanno cambiato radicalmente il modello di gestione degli stadi, introducendo videosorveglianza, biglietteria nominativa e una nuova concezione delle strutture. All’epoca rappresentarono un passo avanti, ma oggi, dopo due decenni, quei decreti risultano profondamente superati». È il pensiero di Ferruccio Taroni, presidente nazionale Andes, l’associazione nazionale delegati alla sicurezza, sul tema della gestione degli eventi sportivi in Italia.
Un sistema da ripensare
«Il contesto in cui viviamo è profondamente cambiato. Nuove esigenze, nuovi rischi e soprattutto nuove tecnologie ci impongono di aggiornare il sistema. Non possiamo permetterci di restare fermi. I decreti hanno funzionato, ma oggi non bastano più.»
Le tecnologie oggi disponibili
«Abbiamo a disposizione strumenti straordinari: sistemi di videosorveglianza avanzati, riconoscimento facciale, digital ticketing, intelligenza artificiale, analisi dei flussi in tempo reale. Tecnologie che possono migliorare in modo concreto l’esperienza degli spettatori e rendere gli eventi più sicuri e accessibili. Ma serve un impianto normativo adeguato per poterle utilizzare pienamente.»
Valorizzare il passato, correggere il presente
«Non si tratta di cancellare quanto è stato fatto. Si tratta di costruire il futuro partendo da una base solida, rielaborando le buone pratiche emerse in questi vent’anni e correggendo le aree che non rispondono più ai bisogni attuali. Non possiamo ignorare ciò che è stato fatto, ma dobbiamo avere il coraggio di aggiornarci.»
L’impegno di Andes
«Come Andes, vogliamo essere al fianco delle istituzioni e degli operatori, offrendo la nostra esperienza per contribuire alla definizione di uno “stadio nuovo”, che sappia mettere al centro la sicurezza, la qualità dell’accoglienza, l’inclusività. Lo sport deve continuare a essere un momento di gioia e di rispetto, e il luogo in cui si svolge deve riflettere questi valori.»