Origini del Covid? Ancora un mistero: l’Oms accusa la Cina

A cinque anni dall’inizio della pandemia che ha cambiato il mondo, le origini del Covid-19 restano senza risposta certa. Lo ha ribadito l’Oms, pubblicando l’ultimo aggiornamento del lavoro del Sago, il gruppo consultivo scientifico per lo studio delle origini dei nuovi patogeni. Il verdetto è chiaro: il rapporto è inconcludente, e molte delle informazioni fondamentali non sono state condivise, in particolare dalla Cina.

Origini Covid, Tedros: «Tutte le ipotesi restano valide»

Durante un briefing a Ginevra, il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato che nessuna delle ipotesi sulle origini del virus può essere esclusa, compresa la trasmissione zoonotica (da animale a uomo) e l’eventuale fuga da un laboratorio. «Il lavoro del Sago – ha spiegato – ha contribuito ad approfondire la comprensione del tema, ma la mancanza di accesso ai dati ha impedito una valutazione completa. Nonostante le nostre richieste, la Cina non ha fornito centinaia di sequenze virali, informazioni su animali venduti nei mercati di Wuhan, né dettagli sulle attività dei laboratori locali».

Tedros ha aggiunto che anche le richieste di accesso ai rapporti di intelligence realizzati da altri Paesi non hanno ricevuto risposta. «Finché non ci saranno nuove informazioni, il nostro lavoro resterà incompiuto».

Sago: più prove per l’origine animale, ma il laboratorio non si esclude

La presidente del Sago, Marietjie Venter dell’Università del Witwatersrand (Sudafrica), ha confermato che la maggior parte delle evidenze disponibili supporta l’ipotesi di una trasmissione zoonotica, forse dai pipistrelli tramite ospiti intermedi, ma ha ammesso che mancano ancora dati chiave per poter escludere con certezza altre ipotesi.

Origini Covid: dati negati e dimissioni nel comitato

Il clima nel gruppo di lavoro è tutt’altro che unanime: un membro si è dimesso nei giorni scorsi e altri tre hanno chiesto di essere rimossi dal rapporto, segno di profonde divergenze interne. La frustrazione è legata soprattutto al muro eretto da Pechino, che dall’inizio della pandemia ha limitato la condivisione dei dati e l’accesso agli esperti internazionali. «Non possiamo dire con precisione quando, dove e come il virus sia passato all’uomo. Anche la teoria della fuga da laboratorio resta possibile, perché non abbiamo accesso ai dati necessari per confermare o smentire definitivamente», ha aggiunto Venter.

Un dovere morale, oltre che scientifico

Per l’Oms, scoprire l’origine del Sars-CoV-2 non è solo una questione accademica, ma un imperativo etico e strategico. «La pandemia di Covid-19 è stata la più grave crisi sanitaria degli ultimi cento anni – ha ricordato Tedros – con circa 20 milioni di vittime e oltre 10 trilioni di dollari di danni economici. Non possiamo permetterci un’altra pandemia senza aver compreso come è iniziata questa».

Il Sago, che ha lavorato per oltre tre anni e tenuto 52 riunioni dal luglio 2021, rimane disponibile ad analizzare qualsiasi nuova prova che possa emergere. Ma, senza un cambio di passo nella cooperazione internazionale, l’origine del Covid potrebbe restare un mistero irrisolto.